Non tutte le nuove tecnologie sono rispettose dell'uomo e dell'ambiente che a lui serve per vivere. L'Associazione Comitato a Tutela dei Diritti Imola, vuole riempire un vuoto di informazione, valutare le nuove scoperte e l'impatto che avranno sulla qualità della nostra vita, nonché eventuali rischi per la nostra salute ad esse connessi

giovedì 3 febbraio 2022

CORSO DI APNEISMO

Certo è ancora freddo ma credo sia questo Il momento migliore per cambiare il nostro modo di vedere il mare per viverlo in modo diverso e più completo. Un corso di apneista richiederebbe almeno due mesi di insegnamento abbinato ad esperienza in piscina, più almeno una decina di esperienze in mare a fianco dell’Istruttore. Per “MARE” io non intendo quello visto dall’ombrellone… o quello con un metro di acqua dove tutti scaricano i loro bisogni corporali ma quello limpido, profondo, con fondali rocciosi, anfratti… come si trova in alcune zone della Puglia vicino a Gallipoli o zone dell’Isola d’Elba. La mia è una sorta di “mission impossible” che cercherò di realizzare senza omettere nulla o “semplificare” nessun dettaglio.

 

PREMESSA:

1.      L’ essere umano non è nato per vivere sotto l’acqua ma – con la dovuta preparazione tecnica, - si potranno fare immersioni di due… tre minuti e scendere a 20 metri di profondità…vedere e fotografare cose che gli altri non vedranno mai… relitti di naufragi, parti di antiche anfore, piccoli polpi annidati in anfratti rocciosi e potrete perfino essere utili ad altri in alcune occasioni.

2.      Prima cosa da fare: un controllo medico che escluda problemi polmonari, cardiaci e qualsiasi altra patologia attinente l’apneismo…

3.      E’ necessario saper nuotare per non andare in panico al minimo inconveniente  come un crampo ad una gamba ad esempio… basta un po’ di massaggio in acqua.

I NO da rispettare:

1.      NO fumare, NO qualsiasi tipo di droga, anche leggera, no alcool, no allo sballo perché l’apneismo richiede il pieno controllo di se stessi.

2.      Dopo un pranzo, non andate in acqua prima di 3 ore e mezza per evitare il rischio di sincope per idrocuzione.

Equipaggiamento:

1.      Servitevi solo da esperti del settore… la “maschera” è importantissima... deve essere  professionale e adattarsi perfettamente al viso… appoggiatela al viso… inspirate col naso e trattenete l’aria… lasciate libera la maschera e girate la testa in ogni direzione… se la maschera non cade, è vostra!

2.      Boccaglio: scegliete quelli a tubo grosso.  Forse, all’inizio lo sentirete fastidioso in bocca ma brevemente si adatterà e lo apprezzerete.

3.      Cintura e pesi: immergendosi coi polmoni pieni di aria, è più difficile scendere in profondità…una zavorra aiuta a risparmiare energia, cioè ossigeno…2 Kg. basteranno sicuramente almeno all’inizio…si può sempre variare la zavorra aggiungendo o togliendo un peso…io andavo con 4…5 Kg. ma avevo 4,5 litri di capacità polmonare ed ero allenato per arrivare al mio limite.

4.      Pinne: devono essere professionali, non troppo morbide o troppo corte…un venditore esperto saprà consigliare.

5.      Mai piegare le ginocchia pinneggiando…il corpo deve essere il più possibile idrodinamico e il ginocchio piegato sarebbe un freno.  I movimenti devono essere ampi e lenti per non provocare vortici che sprecano energia.

6.      Profondimetro….esistono profondimetri da polso da pochi euro…oppure orologi Casio impermeabili con profondimetro incorporato… molto precisi e belli da portare.

7.      Una maglia di lana a maniche lunghe, non grossa e di qualsiasi colore: la temperatura del mare difficilmente arriva a 30 gradi mentre il nostro corpo è a 37 gradi…questo provoca un dispendio di energia, quindi  di ossigeno che dobbiamo limitare. La maglia trattiene – attorno al corpo – uno strato di acqua già riscaldata da noi…un millimetro di calore che ci protegge anche da occasionali contatti con piccole meduse e protegge la schiena dal sole.

8.      La boa di segnalazione: è una sorta di palloncino colorato con una bandierina sopra e si attacca alla cintura dei pesi con uno scrocco…la cordicella deve essere lasciata lunga quanto la profondità che intendete raggiungere.  Serve per avvisare i natanti che - sotto la boa-  c’è qualcuno in immersione.  

IMPORTANTE: prima di riemergere ascoltate l’eventuale rumore di motori…guardate verso l’alto…potrebbe esserci una barca…un pedalò…ma la prima cosa di voi che deve emergere, deve essere sempre il braccio destro ben teso verso l’alto, per farvi vedere. Se vi immergete di notte, meglio avere una boa illuminata.

  •      In mare, la nostra voce non è ben percepita da lontano… per far sentire la nostra presenza, meglio portare al collo un fischietto come quello usato dagli arbitri di calcio
  •      Il coltello: ce ne sono di due tipi: da braccio e da caviglia…personalmente preferisco il secondo perché lascia libere le braccia. Il fodero alloggia il coltello tenuto da un elastico e va applicato alla caviglia sinistra: è più “pratico”.

A volte, ho fatto cose che non avrei dovuto fare: l’immersione notturna in solitario è una delle cose più pericolose…ricordo di che mi ritrovai impigliato in una rete da pesca che era vietato mettere in quella zona…ma avevo pila e coltello: tagliai la rete, la tirai in secca poi andai a riferire a chi di dovere.
Un’altra volta esploravo una parete vulcanica verticale quando un polipo mi bloccò un braccio…dovetti tagliare il tentacolo. Ero sicuro di me e non volevo perdermi nulla…e queste cose, forse inconsciamente, andavo un po a cercarmele… le racconto per dissuadere dal fare come me!

  1. Come si entra in acqua: non sostare al sole prima di entrare in acqua.
  2.  La maschera si infila in un braccio…il boccaglio nel costume…la boa di segnalazione sgonfia pure.

3.      Coltello,  eventuale pila e cintura coi pesi, maglia di lana, si indossano a terra.

4.      Una volta in acqua, aspettate qualche minuto per acclimatarvi…il corpo deve adattarsi alla temperatura dell’acqua…respirare profondamente ed espellere tutta l’aria. Nel contempo, si possono indossare le pinne…sputare dentro la maschera, spargere bene lo sputo sul vetro, sciacquarla e indossarla.  Si, ho scritto SPUTARE! Ė il solo modo per far sì che la maschera non si appanni…lo fanno tutti…lo devono fare tutti!

5.      Respirate profondamente poi espirate tutta l’aria…fatelo almeno una dozzina di volte per ossigenare bene il sangue…bagnatevi viso, braccia , testa e dorso per “abituarvi” alla temperatura dell’acqua…quando vi sentite pronti, potete stendervi e immergervi

6.      Le prime volte, non scendete più di 4 o 5 metri…dovrete abituarvi, testare la vostra apnea…dovete imparare come “sparare fuori” l’acqua che avete dentro il tubo del boccaglio…tutto deve diventare naturale e automatico…dovrete fare da soli quello che non avete fatto con l’istruttore che non avete avuto!!!  Fate attenzione.

 LA COMPENSAZIONE: 

E' importante mentre si scende: la pressione dell’acqua, aumenta…bisogna chiudere il naso stringendolo con due dita e soffiare un po…sentirete che i timpani ritornano alla normalità…ripetere l’operazione ogni 3 metri di discesa.

1.      La mancata compensazione, provoca la rottura del timpano che è facilmente riparabile ma se siete in profondità di notte, c’è un rischio grandissimo!

2.      L’acqua, che è più fredda di voi, entra nell’orecchio interno che è a 40 gradi!

3.      Lo shock termico che ne deriva, inibisce la “propriocezione” cioè la nostra capacità di distinguere “alto…e basso” rispetto al nostro corpo…si sono verificati casi di persone che – credendo di emergere - andavano in profondità.  In caso di dubbio, andate verso la luce che non è mai verso il fondale.

4.      Risalendo, non è necessario nessun accorgimento di compensazione perché in pochi minuti di apnea, l’anidride carbonica non ha avuto tempo per mescolarsi al sangue.

Per chi si immerge con le bombole, le soste di risalita sono indispensabili pena l’embolia e una corsa alla camera iperbarica più vicina.

Ed è per questo che chi si immerge con le bombole – invece del normale orologio - ha uno speciale computer da polso che registra profondità…tempi di permanenza e – col pulsante “risalita” - calcola immediatamente i punti e i tempi di sosta che bisogna rispettare.

n  L’autocontrollo: è indispensabile perché – a volte – accadono imprevisti: primo esempio: siete a pochi metri dalla superficie e passate vicino ad una sorgente di acqua dolce che sfocia in mare proprio sotto di voi…arriva una staffilata di acqua fredda a 6…7 gradi che – a volte - provoca crampi alle gambe…niente paura! Si può emergere anche usando solo le braccia poi i crampi passano da soli…potete anche massaggiare un po la gamba.

n  Se andrete  - in futuro - ad una profondità di 20 metri, la pressione è tale che il poco ossigeno che avete ancora nei polmoni, è scambiato benissimo dando la sensazione di poter rimanere ancora per molto-

 ma è un falso messaggio che NON DOVETE ascoltare. RISALITE!

n  La sincope secca: quando l’apnea si prolunga troppo, il nostro corpo ci dice che deve respirare…le contrazioni diaframmatiche sono veri e propri colpi del diaframma che vuole obbligarci a respirare ad ogni costo ma se si cede e si respira acqua, è finita! -- Bisogna resistere fino alla sincope volontaria, cioè  “secca”, senza respirare acqua!

Anche per questo – quando si fanno cose a rischio, bisogna sempre essere in due!

Quando andai a disincagliare un’ancora a 22 metri, diedi le istruzioni a mia figlia.

“Dovrei farcela bene ma se avrò dei problemi, li avrò in risalita, a pochi metri dalla superficie. Se vedi che mi fermo, tirami la testa fuori dall’acqua e dammi dei pugni nel petto con tutta la forza che hai”.  Non ce ne fu bisogno ma…fu il mio limite: 3 minuti e 15 secondi.

Credo di avere detto tutto senza nascondere rischi spiegando le precauzioni per evitarli.

Il mare, visto da dentro è veramente vivo e bellissimo! I pesci, di notte, restano abbagliati dalla pila a led e si lasciano toccare….verso fine agosto si possono incontrare branchi di decine di migliaia di pesciolini appena nati. Alla luce della luna piena, il mare è d’argento e gli avanotti sono un’arcobaleno di riflettenti colori…ricordo di aver attraversato lentamente un infinito “tunnel” di  quella che fu una delle esperienze più belle e indimenticabili della mia vita. Eolie…Tremiti certe isole della Grecia… Quello che vedrete sotto, dipende dal luogo scelto : anfore romane…alghe colorate, pesci sconosciuti…perfino coralli.

Spero di essere stato utile anche se non è tutto.



POST SCRIPTUM: 

Il diffondersi della nautica da diporto, sta provocando un certo aumento del traffico in mare…alcuni natanti, necessitano di patente nautica ed altri no.
Si sono verificati casi di speronamenti senza che chi era al comando del natante nemmeno se ne accorgesse per fermarsi perché aveva bevuto troppo!
Raccomando fino alla noia: non andate mai soli, usate la Boa di segnalazione e portate sempre un fischietto al collo!!!!
Raccomando alle forze dell’ordine che controllano il traffico costiero, di rilevare il tasso alcolemico di chiunque conduca un natante motorizzato perché è pericoloso esattamente come una automobile in mano ad un ubriaco.
Velocemente aggiungo alcune cose che mi erano sfuggite: sono “perfezionismi” che saranno utili se deciderai di…vedere il mare da dentro.

n  La pila da sub: non sarebbe male se fosse del tipo che si porta in fronte…per avere entrambe le mani libere.

n  Orologio: non  c’è bisogno di orologi speciali: la CASIO offre una gamma di orologi a prezzi accessibili assolutamente impermeabili a varie profondità. La piletta va cambiata ogni tre anni da un orologiaio.

n  In notturna, sarebbe bene avere una boa con lampeggiante.

n  La compensazione della maschera è sempre necessaria. Accade un cosa molto semplice: scendendo, aumenta la pressione e la maschera si “incolla” al viso e la maggior pressione dell’aria preme anche sul bulbo oculare. Viceversa, risalendo dopo una lunga immersione, la maschera tende a distanziarsi un po provocando l’effetto “ventosa”…sono variazioni di pressione che è facile evitare.  Uno “sbuffetto” di aria nella maschera, fatto col naso mentre si scende, evita l’aumento di pressione e un altro, in risalita, smorza l’effetto ventosa.

n  Se dovessi fare tratto in barca o gommone per raggiungere la zona di immersione e ritornare in notturna, devi sapere che – di notte – il freddo in mare è micidiale anche a ferragosto! Molti migranti sono morti per ipotermia nel tentativo di venire in Italia, perfino in agosto.

n  Ho fatto turni di sorveglianza notturna in Croazia…con tre giacconi impermeabili indosso, tremavo!  Sono esperienze “al limite” che ti sconsiglio dal provare.

n  Riguardo un eventuale corso per il patentino da sommozzatore, io l’ho preso dopo due mesi di scuola serale, tre sere a settimana, con obbligo di frequenza e dopo una settimana di immersioni in zona “Conero”  e prova d’esame a gruppi di tre: due candidati e un istruttore .non ho mai usato bombole.  Dopo l’esame, non ho mai usato le bombole…è da professionisti vivere per controllare tutto ogni giorno!!!

Gian Franco Bonanni

 

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