Il progresso aiuta l’uomo ma quando è portato all’ ‘estremo, diventa un nemico!
Nei primi anni ’70, lavoravo in una grossa Azienda del gruppo E. N. I Il mio lavoro consisteva nel progettare dispositivi che velocizzavano la produzione “di componenti da montare su macchine tessili.
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Un componente - che fatto a mano- richiedeva dieci minuti di lavorazione, veniva prodotto automaticamente al ritmo di cento pezzi al minuto senza intervento dell’operaio! L’incremento produttivo era da uno a mille e complicati e costosi trancianti-piegatori, si ammortizzavano in due… tre ore di lavoro:
Io ne parlai con alcuni Dirigenti: --
“Ma se noi spingiamo la produttività oltre certi limiti, cosa farà la gente domani?
Immaginiamo di raggiungere, nel mondo, un livello di produttività tale che dieci milioni di persone riescano a produrre tutto quello che serve nel mondo… gli altri cosa faranno?”
Mi dissero che ero matto, che ero un “profeta di sciagure”…che ci sarebbe sempre stato qualcosa da fare!…Io davo corpo ai fantasmi perché i pilastri dell’economia mondiale erano e sarebbero sempre stati, produttività e consumismo!
L’unico lato positivo della faccenda, è che i miei strapagati “professori” di allora sono morti tutti prima di aver avuto il tempo di constatare di persona il fallimento delle loro tesi!
La produttività esasperata sta azzerando le possibilità di lavoro per un terzo della popolazione… poi, peggioreremo!
Resta il consumismo ma, anche se molti lo sanno e nessuno lo dice, anche quello ha fallito!
Alcune Università hanno fatto degli studi sul “modello di vita sostenibile” e – sia pure con leggere differenze nei risultati - sono arrivate a stabilire che già oggi, l’Umanità consuma più di quanto la Terra ci possa darci!
Siamo come una grande famiglia che spende più di quanto guadagna!
In 12 mesi, l’Umanità consuma quello che la Terra riesce a fornirci in 16 mesi e le proiezioni future sono molto peggiori!
Cina, India, Africa e zone del sud America stanno industrializzandosi adesso e, con l’aumentare dei consumi di quelle popolazioni, si stima che - fra pochi- anni, consumeremo ogni anno - quello che la Terra potrà fornirci in due.
Il vecchio modello di “economia mondiale” costruito su produttività e consumismo ha fallito:
Forse chi decide i programmi futuri dovrebbe tenerne conto per evitare che uno “tsunami” ci colga impreparati e da qui, l’importanza della “ricerca universitaria”, ora quasi azzerata dai tagli di bilancio! Il riciclaggio dei materiali – quasi sempre- è una pia illusione! Quando una vecchia automobile viene pressata fino ad ottenere un cubo di 60 cm di lato… e nel cubo c’è di tutto, come e cosa si ricicla?
La stessa produzione inquina!
Nessuno ve lo dice ma occorrono:
- · 60 litri per fare un paio di scarpe.
- · 450.000 litri di acqua per costruire un’automobile media!
- · 20.000 litri per produrre una tonnellata di acciaio!
- · 200 litri per fare un maglione.
Riguardo l’energia necessaria, le esigenze sono parallele.
Anche da questi dati emerge chiara l’esigenza di produrre cose che durino di più anche se costeranno di più:e il maggior costo iniziale, sarà diluito in più tempo e si risparmieranno materie prime ed energia.
Se, da un lato, è impensabile una involuzione della civiltà, è altrettanto impensabile forzare il “modus vivendi” attuale perché è insostenibile e tutto dovrà essere rivisto in termini di consumi, di produttività e stili di vita… pena la quasi estinzione della razza umana per mancanza di risorse di sopravvivenza!
Certo bisognerà riciclare tutto il possibile nell’ottica di non disperdere le materie prime… in qualsiasi campo, dalle macchine agli oggetti, ai mobili, ai vestiti bisognerà produrre, a costi più alti, cose che durino molto di più e che si possano riparare o riciclare… l’usa e getta dovrà sparire!
Tutti concordano sul fatto che la “rivoluzione” investirà il settore energetico: minimizzare il consumo delle energie tradizionali, ampliare produzione e utilizzo di energie rinnovabili, ricerca di nuove forme di energia e cambio radicale di alcuni stili di vita: ridurre il pendolarismo lavorativo e scolastico, incrementare produzioni e consumi “a Km. Zero”, ottimizzare l’uso dell’informatica per ridurre i consumi di carta e attrezzarci per riunioni, videoconferenze e scuola “in rete”.
Perfino molte applicazioni in campo medico potrebbero essere svolte tramite l’impiego della rete informatica nell’ottica di limitare gli spostamenti e quindi, il consumo di energia!
Siamo in sette miliardi e consumiamo molto: arriveremo fino a nove miliardi e consumeremo ancora di più… il modello di vita che ci hanno inculcato le Multinazionali, non è più sostenibile!
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Ma la rivoluzione maggiore riguarderà acqua e cibo.
L’acqua si può risparmiare, si può riciclare depurando quella già usata, si può desalinizzare l’acqua di mare.
Riguardo l’energia necessaria, le esigenze sono parallele
Anche da questi dati emerge chiara l’esigenza di produrre cose che durino di più anche se costeranno di più: il maggior costo iniziale, sarà diluito in più tempo e si risparmieranno materie prime e energia
Riguardo il cibo, l’indirizzo futuro è semplice perché c’è già qualcuno sta pensando a gustosi menù di cavallette. insetti frullati etc.
Stabilito questo, bisognerà orientare i consumi sulle cose che abbiano il maggior rendimento per ettaro impiegato: tutto qui!
Negli ambienti scientifici, già si parla apertamente di “tecnologie di decrescita” ovvero quelle tecnologie che consentano di creare ricchezza e occupazione di qualità riducendo l’impatto sull’ambiente e il consumo di risorse.
Tecnologie per ridurre i consumi energetici e per trarre energia da vento e dal sole,
Importante il ruolo dell’edilizia che dovrà ristrutturare abitazioni all’insegna dell’autosufficienza energetica limitando al minimo i consumi di riscaldamento, illuminazione, ricambio aria e cucina. Una abitazione, in quanto tale, dovrà essere autosufficiente in estate e in inverno… e non franare se piove!
L’uso della plastica potrebbe essere utile per sgocciolatoi, tegole di copertura, mattoni ad incastro…
Gian Franco Bonanni