A 4 anni, mio padre decise di non voler continuare il lavoro di suo padre, cioè comprare galline e uova per venderle al mercato di Sarsina (FC) e fece domanda di arruolamento volontario nei Carabinieri.
Lo presero, lo fecero studiare e divenne Carabiniere a Cavallo e rimase a Roma 4 anni poi si fece trasferire a Imola per vedere la fidanzata che poi divenne sua moglie e mia mamma.
La guerra era appena finita e a Imola c'era un tale, Commissario Massarenti, delegato a mantenere l' ordine in città sostenuto da un gruppo di picchiatori della celere. Mio padre capiva quando stavano per caricare e cercava di avvisare le persone che erano in piazza per far si che non si facessero picchiare perché erano amici e voleva andassero via. Lui passava vicino dicendo di andare a casa senza girarsi nemmeno; anche il padre di mia moglie evitò il manganello.
Qualcuno si accorse di qualcosa e lui fu avvertito che verso mezzanotte sarebbero venuti a prenderlo con un pretesto per portarlo a Bologna e da lì metterlo in un vagone piombato che sarebbe arrivato in Germania. Lui si armò, scavalcò il muro esterno della Caserma e andò a prendere una bicicletta dal meccanico "Pirè" che lo aspettava alla chiesa dei Servi. Percorrendo al buio vie e sentieri poco conosciuti arrivò a Forlì dove disertò e si consegnò al comandante inglese responsabile di zona. Lì rimase per 3 anni e fu di grande aiuto al Comandante per tradurre in modo comprensibile il dialetto locale della popolazione così che potessero comunicare bene tra di loro. Dopo 3 anni il Comandante inglese lo reintegrò nel suo effettivo servizio e tornò a Imola in abito da Carabiniere e vi rimase per molti anni.
Gian Franco Bonanni
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